Paolo Meneguzzi va all’attacco dei rapper italiani: Emis Killa risponde per le rime sui social al cantante svizzero.
Il re dei dissing dell’estate 2023? Senza ombra di dubbio Paolo Meneguzzi! Il cantante svizzero in questo periodo è tornato più volte al centro dell’attenzione mediatica. Prima diventando protagonista di un botta e risposta incredibile con J-Ax, poi finito con una parziale riconciliazione. Adesso è invece tornato a far parlare di sé per un altro attacco, più generale, a molti rapper mainstream italiani.
Il motivo? Secondo il noto cantautore sarebbero colpevoli di essere “modelli musicali sbagliati” per i nostri bambini, gli adolescenti che crescono con degli esempi completamente negativi, almeno stando a quanto scritto dai rapper nei testi delle loro canzoni. Un’accusa grave che ha trovato una pronta risposta sui social da parte di Emis Killa, che ha voluto “rimettere in riga” il cantautore con una replica davvero clamorosa!
Paolo Meneguzzi contro i rapper italiani
Dopo i numerosi fatti di cronaca, tragici e sconvolgenti, che hanno macchiato l’estate italiana e hanno avuto protagonisti molti giovanissimi, Meneguzzi è voluto intervenire a gamba tesa su buona parte dei rapper italiani, rei di aver mandato messaggi totalmente negativi all’interno delle loro canzoni.
Nel suo lungo post, il cantante ha in particolare messo nel mirino, a titolo di esempio, quattro tra i rapper più famosi del mondo della musica mainstream. Dopo aver riportato i dati di ascolto di su Spotify e alcuni versi obiettivamente brutti da leggere e da scrivere, firmati da Fedez, Sfera Ebbasta, Emis Killa e lo stesso J-Ax, il cantautore ha voluto mandare un messaggio preciso contro buona parte della scena rap italiana.
“Questi sono solo alcuni esempi di quello che i nostri figlio rischiano di sentire tutti i giorni“, ha scritto Meneguzzi, aggiungendo: “Abbiamo davvero bisogno che canzoni che inneggiano all’odio, al sessismo e all’omofobia, crescano e influenzino i nostri bambini? Veramente dobbiamo arrenderci a un futuro musicale indegno sotto troppi punti di vista? Può bastare un ops… scusate non volevo… per diventare intelligenti“.
Nel suo post il cantante svizzero si chiede se non sia possibile mettere dei limiti a certe canzoni, inni di violenza e volgarità che rischiano di arrivare nelle orecchie dei bambini e trasformarsi in veri messaggi di odio: “Poi ci sorprendiamo quando qualcuno commette un reato così celebrato in certe canzoni. Basta! Politica… fai qualcosa!“. Parole che hanno colpito nel segno non solo molti fan di Meneguzzi, ma anche un rapper tra quelli chiamati in causa, Emis Killa, che non si è trattenuto e ha risposto con un lungo commento sempre su Instagram. Di seguito il post:
Emis Killa replica a Paolo Meneguzzi
Ovviamente non tutti e quattro gli artisti chiamati in causa, in questo discorso comunque molto più generale, hanno voluto replicare a Meneguzzi. Emis Killa non è però riuscito a trattenersi e ha scelto di rispondere al collega senza troppi giri di parole, utilizzando tra l’altro toni garbati e senza voler accendere una polemica sterile.
Dopo avergli innanzitutto rinfacciato il fatto di aver preso, almeno per quanto lo riguarda direttamente, un testo scritto a vent’anni e ormai quasi quindici anni fa, quando il rap in Italia era ancora materia da appassionati, non passato in radio e non facilmente fruibile per i bambini, il ‘killer’ della Brianza ha deciso di andare al cuore della questione: “La politica da te invocata cosa dovrebbe fare? L’etichetta dei contenuti espliciti sulle copertine serve proprio a far da monito ai genitori o a chiunque non voglia imbattersi in determinate parole. Cosa significa che nessuna famiglia da sola ce la può fare? Guarda che la musica è lo specchio della società, non il contrario. Non mi pare che ai tuoi tempi, quando le canzoni parlavano tutte d’amore, certi fattacci non si sentissero al telegiornale“.
Per Emis Killa il problema non sono tanto le canzoni e i loro testi, quanto i valori trasmessi ai ragazzi dai genitori, senza considerare che il rap, come il cinema, è puro intrattenimento e talvolta prende forme violente e immorali senza per questo rispecchiare la quotidianità. Questo senza voler nascondere comunque una preoccupazione che però li accomuna: “Anche io ho una figlia di cinque anni e sono preoccupato per la piega che sta prendendo il mondo, ma se c’è una causa bisogna cercare altrove, prendersela coi rapper è davvero da stupidi“.